Promozione del lavoro di qualità, contrasto alle disuguaglianze e le marginalità sociali, alcuni punti cardine dell’Europa del futuro. Il Manifesto della CISL
A fronte delle grandi transizioni del nostro tempo, un contesto internazionale turbolento e frammentato l’Europa deve trovare le giuste risposte, accompagnate da una crescita del proprio ruolo geopolitico. Da questo punto di vista il nuovo Patto di stabilità e crescita presenta aspetti preoccupanti da affrontare superando l’impostazione eccessivamente rigorista ed evitando, al contempo, che gli effetti di tale impianto gravino sui cittadini attraverso tagli alla spesa sociale e allo sviluppo.
Bisogna riconquistare la fiducia delle persone nei confronti del progetto europeo, arginando populismi e nazionalismi e giungendo, anche mediante una revisione dei Trattati, alla costruzione degli Stati Uniti D’Europa per affrontare la complessità del contesto, promuovendo e facendo progredire pace giusta e coesione, democrazia e sviluppo.
Sono quattro le priorità CISL per dare un nuovo assetto sociale, organizzativo ed economico all’Europa, che sono, in sintesi:
Realizzare una governance partecipata
- aumentare iI coinvolgimento di sindacati e imprese per affrontare la complessità di transizioni epocali: energetiche, climatiche e digitali
- dialogo sociale, contrattazione e partecipazione per far progredire qualità, stabilità e sicurezza del lavoro, rilanciare produttività, elevare l’innovazione
- serve maggior protagonismo negoziale della Confederazione europea dei sindacati per promuovere il benessere sociale.
Rafforzare la dimensione sociale
- occorre migliorare i livelli salariali, le condizioni di lavoro e le protezioni sociali; va costruito uno spazio contrattuale comunitario che valorizzi la partecipazione transnazionale, a partire dal rilancio del ruolo dei Comitati aziendali europei
- vanno risolti i grandi divari regionali potenziando le politiche di coesione in un’ottica di lungo periodo
Rendere equo il mercato interno
- rafforzare il mercato interno, puntando all’equità e a una competitività sostenibile allargandolo ad ulteriori settori come la finanza, l’energia e le telecomunicazioni
- convergere su politiche comuni a partire da quelle industriali e di ricerca e sviluppo, che contribuiscano alla produzione di beni pubblici di cui tutti gli Stati membri possano beneficiare.
- assicurare l’inclusione di clausole sociali negli accordi commerciali per salvaguardare i diritti contrattuali dei lavoratori
- una tassazione armonizzata, per evitare fenomeni di concorrenza al ribasso
- contrastare tutti i fenomeni di finanza speculativa.
Creare un assetto decisionale comunitario
- è necessario promuovere una riforma dell’architettura decisionale europea, verso una maggiore legittimazione della Commissione, di un ruolo più ampio del Parlamento europeo e del superamento della regola delle decisioni all’unanimità nel Consiglio.
- occorre aumentare l’efficacia comunitaria a fronte di un sistema troppo condizionato da veti e interessi nazionali su aspetti fondamentali come le politiche migratorie, fiscali, estera e della difesa
- una politica estera comune capace di gestire i flussi migratori e di asilo con criteri di solidarietà tra Stati, canali legali, parità di trattamento, inclusività e valorizzazione di competenze nel mercato del lavoro.